Il 3 di Gennaio il quotidiano libero ha pubblicato un mio articolo con il quale ho cercato di puntualizzare il mio pensiero sugli atteggiamenti della Lega Nord.
BISOGNO DI CHIAREZZA
In questo fine e inizio d’anno abbiamo,per serietà politica, prestato molta attenzione alla Conferenza Stampa del Presidente del Consiglio e al Messaggio agli italiani del Presidente della Repubblica.
Sono stati due interventi che, a mio modesto avviso, hanno ridato dignità al discorso politico. Si può magari dissentire su alcuni dei contenuti, ma non sulla tensione ideale, morale e politica che li animava. Dobbiamo soprattutto essere grati al Presidente della Repubblica di averci fatto sentire orgogliosi di essere contemporaneamente cittadini italiani e europei. Aver dato senso etico e politico a questa doppia appartenenza da un lato contribuisce a stemperare le chiusure identitarie, e dall’altro a mettere in luce quanto di più promettente si possa prospettare per l’avvenire del mondo. In un momento in cui sembra chiudersi un ciclo di cinque secoli in cui l’Occidente orientava il mondo, solo un’Europa unita può, in questa fase di mutamenti epocali sul terreno della geo-economia e geo-politica , dell’emergere di conflitti civili per la democrazia come sta succedendo nei Paesi arabi , essere un punto di riferimento e una garanzia di giustizia e Pace.
Avendo avuto la grazia di partecipare alla marcia per la Giornata Mondiale per la pace che si è tenuta a Brescia la sera di Capodanno , ho colto come le ragazze e i ragazzi che riempivano le strade della “Leonessa d’Italia” con le fiaccole accese, che sostavano per pregare e riflettere sotto la guida di maestri di fede e di umanità, aspirino e sperino a questa prospettive. I giovani per effetto delle nuove forme comunicative, per quello che sentono dentro vedono il futuro collocato in spazi più ampi di quelli che noi adulti abbiamo delineato, la nozione confine sembra essere sparita dal loro pensiero per far posto alla connessione, alla rete e a luoghi di scambio, convivialità, amicizia, accoglienza, lavoro e dignità.
L’Europa e la sua unità rappresenta la prospettiva entro cui gli ideali di pace e di giustizia, di nuovi stili di vita e di relazioni umane intense, possono, più che altrove, trovare una loro declinazione istituzionale , sociale e culturale. Nello stesso tempo che pensiamo con passione all’Europa sappiamo che la sua costruzione non può prescindere dalla coesione nazionale. A me sembra che i messaggi di Monti e di Napolitano andassero in questa direzione.
Tocca all’Europa essere un punto importante per la libertà , la giustizia e la pace nel mondo, non solo per le sue basi culturali, ma anche e soprattutto per aver vissuto i più grandi orrori della storia moderna : due guerre mondiali, il colonialismo, i totalitarismi, e sperimentato le forme più estreme e disumane dei campi di stermino e di concentrazione. Chi ha vissuto l’abisso dell’orrore non può che cercare le vie perché non questo si ripeta. La memoria è la salvezza dell’Europa e tramite di essa del Mondo.
Ed è partendo dal valore politico ed etico di ciò che abbiamo sentito dire dal Presidente del Consiglio e confermato dall’alto magistero del Presidente della Repubblica che sento come intollerabile quanto detto dal senatore Bossi alla “Berghem Frecc” che si è tenuta ad Albino in provincia di Bergamo.
Parole e gesti che non avrei mai voluto mi fossero riportati. Essere all’opposizione e diverso che essere al Governo, consente una certa libertà ma chiede anche delle responsabilità, come l’Unione di Centro ha dimostrato in questi tre anni. L’impressione che si ricava è che dopo aver gridato per tanto tempo contro Roma oggi si soffra molto la sindrome della perdita di potere .
Venuto meno il potere allora ci si prende la libertà dia attaccare il Presidente della Repubblica che viene accusato di aver voluto “riempirci di tricolori, sapendo che non piacciano alla gente del Nord” . Affermazione che è subito falsificata dalla realtà se penso a quanti tricolori sventolavano e adornavano la mia città, a quante coccarde tricolori stavano nei capelli, ai foulard di quel medesimo colore che ornavano tante belle ragazze e donne durante la manifestazione nazionale degli Alpini. Il tricolore, che ne dica il senatore Bossi, fa parte della storia e della tradizione delle popolazioni del nord d’Italia , non è un caso che sia nato a Modena.
E’ altrettanto grave che un Senatore della Repubblica dichiari che , facendo riferimento alle guerre risorgimentali,“ tutti i giovani morti stavolta sparerebbero dall’altra parte” Siamo alla mistificazione storica. Sappiamo senza tema di smentite che i volontari bergamaschi che confluirono a Quarto rispondendo all’appello di Garibaldi per l’Unità d’Italia , lo fecero resistendo anche ai tentativi di dissuasione che una parte del clero bergamasco tentò di esercitare. Erano animati da un desiderio di libertà e sapevano che poteva venire solo dall’unità nazionale. Unità e libertà credo sia un motto che vale ora per l’Italia e per l’Europa. Ricordo anche che diversi miei concittadini, dopo aver combattuto per l’unità d’Italia, combatterono anche per la libertà della Polonia. E’ motivo di orgoglio per ogni orobico sapere che davanti al Parlamento polacco c’è la statua di Francesco Nullo, bergamasco, garibaldino, italiano e combattente per la libertà in Europa.
Non poteva mancare nel furore bossiano, generato dalla perdita del potere romano, un attacco alla Chiesa e ai preti rilevando ancora una volta il fondo anticlericale e paganeggiante del movimento leghista. Mi si dirà di non farci caso , che è “voce dal sen figgita”, ma proprio per questo rivelatrice di pensieri profondi e di desideri inconsci. Quando non si deve più mantenere il potere e le seggiole romane e si torna all’opposizione, riemergono i riti celtici , le forme di neopaganesimo e gli insulti verso i Vescovi e i preti. La Lega sta rilevando il suo vero volto
E infine ritorna il mito della secessione che Bossi ha invitato a definire “indipendenza”.
Ridurre tutto questo a semplice folclore leghista può servire a sminuire la portata politica dell’insieme di queste affermazioni, ma non ne modifica il senso valoriale: Sicuramente la Lega ha messo in atto una sorta di recupero di consenso verso l’elettorato della pianura padana e veneta, delle valli cisalpine , retiche e giuliane e del litorale adriatico, ma comunque sta perdendo il suo “fascino” e lo dimostrano gli atteggiamenti più morbidi di alcuni amministratori locali e regionali.
Le persone che vivono nel Nord d’Italia, che forse per un certo periodo hanno “lisciato il pelo” alla Lega nella speranza di ottenere qualche vantaggio sul piano fiscale o sul terreno del federalismo , oggi iniziano a rendersi conto che la gravità della crisi economico-finanziaria ed occupazionale impone scelte diverse e di coesione nazionale. E si chiedono se è possibile che in questo rivolgimento geopolitico dove l’Italia è più piccola di una delle più piccole province dei paesi emergenti, può, da sola, sostenere la competizione mondiale ,e se non la regge l’Italia, mi chiedo, la può forse reggere la Padania?
Tutti si è consapevoli che con l’avvento del Governo Monti si è avviata una nuova fase politica, ma questa convinzione richiede chiarezza negli atteggiamenti politici che vengono assunti e praticati. Occorre che le forze politiche per come sono e per come vorranno essere , rendano chiari i punti di riferimento che vogliono rappresentare, sia sul piano dei valori, che della questione sociale che oggi con la crisi è tornata alla ribalta.
La consapevolezza che nulla sarà come prima chiede che anche il rapporto e il confronto con la Lega diventi sempre più chiaro. Ci si deve chiedere se la solidarietà nazionale e quella sociale, l’amore per il prossimo, l’accoglienza , la giustizia , la compassione , la fiducia, la prospettiva europea sono conciliabili con la cultura del respingimento, della esclusione, della separazione, della diffidenza verso il diverso e con l’ipotesi di chiudersi nella Padania?
Si sa che s’agita una sorta di dibattito sotterraneo sulle alleanze future, vorrei che in questa discussione delle posizioni della Lega si debba tenere conto. Convinto che il riferimento tradizionale ad alcune definizioni politiche come: destra, centro , sinistra debbano essere ripensati rendendo palesi i temi che si vogliono declinare sul terreno politico, istituzionale, sociale e morale. In questo contesto di ripensamento è chiaro che i pensieri agitati dalla Lega non possano, da chi si rifà alla storia democratica e sociale dell’Italia e dell’Europa essere accolti o lasciare indifferenti per opportunismo politico. Su questo occorre essere chiari da subito.
Egr. Scargiali:
condivido quanto da lei scritto, un popolo con il tasso di natività più basso (con la Spagna) della zona europea la dice lunga sul nostro futuro di Paese e sulle origini dellanostra crisi.
Purtroppo è vero i sacrifici non li vogliamo fare e preferiamo non avere figli ma il motivo lo vedo più egoistico che per la sola paura del futuro.
Ci stiamo abituando a farci tante cose “su misura” ed a “nostro piacimento”:
-una fede su misura (decidoiociò che è bene e ciò che èmale);
-una vita su misura;
-un continuo pronunciare la parola voglio (egoismo/egocentrismo);
-la scomparsa del “dare” nella nostra vita;
-la giustificazione di ogni comportamento voltandosi a guardare a chi fa peggio e mai guardando avanti ed a chi fa “meglio”;
Sono alcuni atteggiamenti e comportamenti che mi sono venuti in mente e che sottopongo anche alla Sua cortese attenzione…..
BUona giornata.
giampaolo cerri
Gentile Cerri la ringrazio per le precisazioni, spero che il dibattito sia utile a tutti. Le sue considerazioni sono condivisibili. Le mie sollecitazioni hanno solo l’obiettivo di sollecitare la non sottovalutazione di qualsiasi forza politica e di opinione, in particolare in questo caso la Lega. Bocciare una parte politica che ha un seguito non indefferente è miope. Per quanto riguarda il resto non sottovaluterei la negatività di certi atteggiamenti che inducono l’opinione pubblica ad avere un timore verso il futuro e verso la situazione attuale maggiore del necessario. Io non vedevo nel governo precedente la sottovalutazione dei problemi, lo vedevo distratto da interessi personali. Vedevo e vedo invece troppe persone che fanno poco per migliorare la loro posizione privata, con l’istruzione, la preparazione professionale, il rischio di impresa, la stessa messa al mondo di figli, prendendo come scusa un futuro incerto e “drammatico”, Scuse che soddisfano la loro nascosta pigrizia e mancanza di voglia di fare sacrifici. Un pessimismo che fa male a loro stessi, a meno di farli stare più tranquilli con meno responsabilità private e personali, Una follia collettiva che fa dire del popolo italiano essere quello che a meno fiducia nel futuro rispetto al resto d’Europa. Da tempo non costruiamo niente in Italia non solo perchè i governi sono stati imbelli ma anche perchè un opinione ideologica contraria alla crescita e al cambiamento è deleteriamente diffusa, Opinione diffusa che rende difficile ogni riforma ed ogni grande progetto di trasformazione. Siamo fermi mentre i paesi dell’estremo oriente costruiscono le loro “cattedrali”.
Spett.le sig. Scargiali mi permetto di intervenire nel dibattito solo per alcune puntualizzazioni:
-dire che l’editoria è/era contro Berlusconi non mi sembra corretto (l’editoria ha solo capito prima la situazione e la non credibilità che quel governo aveva in Europa e probabilmente nel mondo);
-la Lega – Pdl hanno fatto di tutto per annientare il Centro (udc) e non ci si può dimenticare le accuse, le offese, le iniziative intraprese contro questa parte politica;
-Monti sta facendo cose che nessuno avrebbe saputo/potuto fare….ma ci dimentichiamo che per 2 anni ci è stato detto che la crisi non esisteva, non c’era dimostrando una volta di più la miopia del governo Berlusconi;
-ecc. ecc.;
Tanto di cappello e un grazie va quindi al Capo dello Stato che ha capito e nei limiti costituzionali ha preso una decisione che forse ci permetterà di uscire dal tunnel ed allontanarci dal precipizio.
La Lega in questo periodo non ha fatto altro che dimostrare la propria incapacità nel governare ….
giampaolo cerri
Un brevissimo commento a Vialba, io noto da quanto ha scritto: “non si fanno alleanze con il nemico che ti vuole distruggere ma lo si combatte”. che questo è un atteggiamento da guerriglia urbana. La guerriglia tra opposizione e governo passato è cosa passata.
Devo dire però che in quel passato ero vicino all’UDC proprio perchè aveva uno stile più sobrio e la forza del giverno Monti dimostra che la mia scelta era giusta, Ma non direi che gli atteggiamenti peggiori erano della Lega e del PDL; PD e IDV e giornali vari non erano da meno, anzi li ritengo peggiori. Infatti oggi Monti fa cose che se le avesse fatte Berlusconi e qualcosa voleva fare, PD e IDV, viola, giornali e media in maggioranza (dimostrando che Berlusconi non ha il controllo dell’editoria), anche una certa magistratura sarebbero sul piede di guerra non di guerriglia, facendo del male al paese e all’Europa. Inoltre andando contro una grossa parte dell’elettorato che in silenzio rimane di vicino a Lega e PDL e che comunque vadano le cose va rispettato.
Rodolfo concordo pienamente con quanto hai scritto, permettimi di richiamare però l’UdC ad un po’ di coerenza….in tante amministrazioni al nord siamo alleati con la Lega e siccome maggioranza si sta ben attenti nel rivendicare PRINCIPI-VALORI-Ecc. pur di salvaguardare la “poltroncina” occupata….
Quando si parla di BENE COMUNE andrebbe compreso cosa intendono alcuni nostri compagni di viaggio per “bene comune”, l’impressione è che ci si rifa al bene comune solo per giustificare la “propria scalata” in qualche segreteria, commissione, consiglio d’amministrazione, ecc…..
Alle dichiarazione devono seguire azioni e comportamenti conseguenti altrimeni ha ragione “la gente” a dire “TANTO SONO TUTTI UGUALI”…. e sarà difficile poter così cambiare il nostro paese Italia.
Giampaolo Cerri
Lomello
Due brevissime risposte a Salvatore Scargiali: 1) quando lui dice che il male della politica italiana è lo stile da guerriglia urbana, spero lo dica anzitutto nei confronti della Lega e del PdL, che essendo al governo praticavano la politica muscolare della contrapposizione e del nemico a cui i mass media ancora si riferiscono quando descrivono lo stile del Governo Monti; 2) perché non prova lui a convincere la Lega almeno di queste poche cose: che l’UDC non è il nemico da combattere e distruggere, che l’Italia è una e indivisibile, che la padania non esiste e non è mai esistita, men che meno il dio Po, che il tempo del folclore è finito, che il bene comune è la ragione della politica.
Leggo il commento di Rodolfo Vialba e vorrei fare una nota sul linguaggio scelto. Riporto due brevi periodi, Vialba scrive: “non si fanno alleanze con il nemico che ti vuole distruggere ma lo si combatte” più in basso parla di “costituzione di liste civiche senza simboli di partito, essendo questa anche la condizione per discutere più di programmi che di schieramenti”. Ebbene la prima frase è da censurare in toto. Il male della politica italiana è proprio questo stile da guerriglia urbana che avvelena e ideologizza la politica che dovrebbe rimanere solo amministarzione della cosa pubblica. Il secondo concetto espresso invece dimostra che un sentimento “politico” corretto c’è in tutti noi, bisogna misurarsi sulle cose da fare, dare delle priorità, dicuterle, sceglierle a maggioranza, ma non doìimenticare le esigenze scartate, cercare sempre nel tempo di trovare delle soluzioni…. amministrare in poche parole. Appunto discutere più di programmi che di schieramenti.
In vista delle elezioni amministrative di primavera si è già iniziato a discutere nell’Unione di Centro sul tema del come presentarci alle elezioni e, dunque, di quali alleanze realizzare. E’ questo un tema sicuramente importante anche se sarebbe opportuno si accompagnasse all’altro grande tema, cioè per fare cosa, per quale programma.
So bene che trattandosi di elezioni amministrative in Comuni che per la loro dimensione non hanno rilievo nazionale, sia più corretto e naturale che i programmi rispondano ai problemi presenti nelle singole realtà locali che non ai grandi temi della politica nazionale, pur tuttavia credo opportuno sia definiti alcuni criteri generali che da una parte confermino l’immagine dell’Unione di Centro quale forza politica di rilievo nazionale presente e operante anche nelle realtà locali, e dall’altra non la espongano a giudizi di incoerenza ed opportunismo per scelte sulle alleanze locali che risultassero contraddittorie e incomprensibili. In altri termini: è pur vero che queste elezioni amministrative hanno scarso rilievo politico, ma ciò non giustifica qualsiasi alleanza.
Anzitutto deve essere visibile e comprensibile a tutti il divieto assoluto di realizzare intese ed alleanze con la Lega e con coalizioni di forze politiche nelle quali sia presente la Lega e ciò per due ragioni fondamentali: la prima dal punto di vista politico, cioè dei principi che ci ispirano e dei valori che esprimiamo nella nostra iniziativa, nulla ci accomuna alla Lega rispetto alla quale siamo antitetici e alternativi; la seconda è che non si fanno alleanze con il nemico che ti vuole distruggere ma lo si combatte.
Ci corre anche l’obbligo di essere estremamente chiari ed espliciti sul così detto Terzo Polo, se cioè è e rimane una alleanza elettorale di interesse nazionale nata per necessità contingenti e specifiche in un particolare momento storico, oppure se è destinata a trasformarsi in alleanza politica assumendo in tal caso, anche a livello locale, la natura di vincolo imprescindibile.
Credo sarebbe un errore che l’Unione di Centro rinunciasse alla sua autonomia e iniziativa a favore del Terzo Polo, anche perché in molte delle realtà locali chiamate al voto non sono presenti tutte e tre le forze costitutive del Terzo Polo.
Dunque il Terzo Polo rimanga pure ciò che è stato finora ma non diventi un vincolo per il livello locale.
Infine, stante la necessità di evitare l’accusa, che già in passato è stata rivolta all’UDC, di opportunismo politico, di incoerenza e di alleanze elettorali finalizzate solo ad acquisire spazi di potere, dovremmo noi proporre a tutte le forze politiche in tutte le realtà locali chiamate al voto la costituzione di liste civiche senza simboli di partito, essendo questa anche la condizione per discutere più di programmi che di schieramenti. Qualora ciò non fosse realizzabile si dovrà porre molta attenzione, e spiegare molto bene, alle ragioni che motivano la scelta di una alleanza di destra piuttosto che una di sinistra, fermo restando l’impossibilità di alleanze con la Lega.
A quanti intervengo sul blog richiamando alla testimonianza e alla coerenza fino al punto di paventare una sorta di integralismo, vorrei ricordare ciò di cui la politica ha sempre bisogno: la virtù del compromesso, che non è rinuncia o negazione, ma capacità di realizzare una sintesi pur provvisoria ma positiva tra istanze diverse e magari opposte che consenta di fare un passo, magari piccolo, sulla strada del bene comune.
Questa, credo, debba essere il nostro modo di essere e di fare politica, vali do anche in occasione delle prossime elezioni amministrative.
Permettetemi due scenari:
1) Se la Politica è anche Coerenza …. il problema non si pone e la Lega potrebbe avere una minima rappresentanza Parlamentare cogliendo la palla al balzo per fare un po’ di pulizia al suo interno;
2) Se è vero che la Politica è sempre più fatta da persone impegnate solo nella “rincorsa al Potere” sarà, aimè, inevitabile che chi vorrà VINCERE le prossime elezioni per poter gestire il POTERE faccia di tutto per stringere alleanze al Nord con la Lega;
Tra le due opzioni io non avrei esitazioni nell’indicare la prima perchè la Politica o torna ad essere TESTIMONIANZA e COERENZA o il nostro paese torna sull’orlo del pricipizio (non quello economico) ma quello valoriale e da quel precipizio nessun governo tecnico o uomo della “provvidenza” potrà salvarlo.
Giampaolo Cerri
Non mi sembra che poi quello che lei afferma sia del tutto vero, visto le turbolenza che la Lega sta vivendo in questi momenti. Ho solo cercato di evidenziare delle contraddizioni… beato lei che non le vede. Saluti e buona giornata
Parole superflue sulla Lega. La lega è forte al nord non perchè è secessionista, quello è solo folclore, è forte perchè fa politica sul territorio, risponde alle esigenze di un popolino anche becero ma che vuole partecipare. Esprime il sentimento di una massa che, anche se con piccoli orizzonti, democraticamente ha il diritto di essere rappresantata. Sono operai lavoratori piccoli commercianti piccoli imprenditori, gente stanca dellla burocrazia dello stato italiano, ma di quello siamo stanchi tutti.