( articolo apparso sul quotidiano “Liberal” del 29 Giugno 2010)
Le vicende che in questi giorni attraversano la politica e gli attacchi alla Chiesa Cattolica mi pongono profondi interrogativi e alimentano forti inquietudini.
LA. POLITICA.
Il caso Brancher dimostra che si sono superati i limiti. Ma tutto questo non genera reazioni, anzi sembra che ormai si sia realizzato un adeguamento morale che inibisce ogni indignazione. Al massimo si arriva a chiedere una sfiducia personale che non avrebbe altro risultato che unificare la maggioranza e confermare il neoministro.
A fronte di questo declino della politica, si pongono non pochi problemi considerato che allo stato attuale non ci sono le forze e le volontà sufficienti a generare una vera svolta. Sono convinto che allo stato attuale delle cose non basta mettere in campo una alleanza per l’alternanza. Vi e’ la necessità di scavare nel profondo della società italiana e indagare le ragioni che hanno determinato questa situazione di crisi, che, tra le altre cose, ha consentito e tollerato il riformarsi del fenomeno della corruzione e del malaffare.
A generare questi cambiamenti ha sicuramente contribuito il processo di mondanizzazione e il diffondersi di un materialismo edonistico che accompagnati dal costate indebolimento del senso religioso e l’affermarsi di forme di relativismo etico ha provocato il declinare delle stesse virtù’ civili e repubblicane e inciso sulla dimensione etico-ideale della nostra società.
La conseguenza più immediata di questa situazione e’ stata la crescita della disaffezione massiva verso la dimensione pubblica e l’emersione di un sentire fortemente segnato dal “particulare”.
Siamo stati inseriti in un profondo mutamento culturale che ha consentito che la gestione della cosa pubblica sia vista come un fatto privato e personale, riservato di un’oligarchia, che riproduce se stessa attraverso un meccanismo elettorale che ha elevato la cooptazione a sistema , generando forme di dipendenza inspiegabili in una democrazia matura.
Inoltre siamo di fronte ad allo stratificarsi di una visione demagogico-autoritario della democrazia che a ogni piè sospinto tende mutare le regole del gioco, e a manipolare l’opinione pubblica attraverso i mezzi di comunicazione di massa e l’uso strumentale dei sondaggi.
Non c’e’ alcun dubbio che l’Italia si presenta come un’anomalia rispetto alle grandi democrazie occidentali
Questo scenario dovrebbe porre domande a tutti i cittadini italiani , ma ancor più interroga in termini ineludibili la coscienza dei credenti.
LA CAUSA CATTOLICA
Oggi troviamo cattolici in tutte le formazioni politiche, ma avverto che la loro incidenza s’indebolisce sempre più, quasi a rasentare l’insignificanza. Non basta dare prova di presenza solo nelle circostanze in cui entrano in campo le questioni bioetiche, anche se su queste non sono mancate debolezze e un esercizio sostanzialmente difensivo più che propositivo.
Questa situazione non e’ oggi più sostenibile , i fatti che in questi giorni si sono verificati in Belgio dovrebbero essere per noi cattolici un campanello d’allarme.
Il problema della pedofilia ha sollevato in tanti molti interrogativi , ma nel mentre la Chiesa Cattolica e il Papa hanno deciso di affrontare pubblicamente il problema , di affidarsi alla autorità civili dando prova di un forte senso di laicità e di un reale e concreto superamento di ogni residuo di clericalismo , si e’ scatenato un attacco alla Chiesa inaudito e incomprensibile.
Mi sono chiesto se quanto e’ successo ai vescovi belgi si fosse verificato nei confronti di un partito, di una redazione giornalistica o di un consiglio di amministrazione di una banca , si sarebbe rimasti passivi e indifferenti?
Sicuramente si sarebbero fatte grandi manifestazioni in piazza Navona.
Come si vede ci sono pesi e misure diverse che mostrano una latente intolleranza nei confronti della Chiesa Cattolica. La violazione delle tombe dei cardinali Suenens e Van Roey che senso hanno se non quello di scalfire figure carismatiche, alimentando sospetti.
Ogni giorno che passa diventa sempre più chiaro che il doloroso tema della pedofilia e’ stato e viene usato per mettere sotto accusa la Chiesa. Perché tale astiosità non avviene nei confronti di altre aggregazioni religiose ?
Sono convinto che avendo la Chiesa Cattolica posto in campo alcune questioni e posto con chiarezza il tema dei principi non negoziabili , il rispetto della vita e della natura sociale dell’umano, il valore umano del lavoro e delle radici cristiane dell’Europa, abbia suscitato la forte reazione di tutti coloro che propugnano il trionfo di un modello libertario relativista e individualista di società.
A fronte di tutto questo si pone la questione della ” causa cattolica” e pertanto l’esigenza di affermare laicamente il valore dell’esperienza e della proposta cristiana, del comunitarismo personalista , del limite di fronte alla dignità dell’umano della decisione e della prassi politica .
E’ neccessario che la libertà dei cristiani si dispieghi con ragionevolezza e con forza, non per imporre le nostre idee ma per proporle senza alcuna pretesa di convertire alcuuno, poiché siamo convinti che la conversione riguardi in primo luogo noi stessi.
I cattolici devono non solo difendere la loro Chiesa da attacchi ingiustificati sconsiderati, ma anche mettere in campo un’azione politica che sia in grado di inscrivere dentro l’orizzonte del “qui e ora” la forza propositiva della speranza cristiana , oltre la quale non resta che il disincanto.
Il pluralismo dell’impegno politico dei cristiani non può diventare, nella migliore delle ipotesi, un agire che miri unicamente alla correzione delle storture più intollerabili o a fare opera di pura e semplice resistenza. Non servono crociate integraliste o tradizionaliste che sarebbero fuori tempo, ma recuperare alle nostre società il senso del religioso, dell’eticità’ personale e ripristinare la dimensione virtuosa della politica. Compito che possiamo esercitare anche con un serio rapporto con il mondo laico e i non credenti.
In questi tempi di grande confusione e’ necessario produrre una cesura profetica con una politica che ogni giorno di più’ diventa appannaggio dei faccendieri e dei poteri forti interessati a rafforzare e puntellare il sistema del guadagno del privilegio.
Bisogna attrezzarci per attraversare questo deserto, dove la fanno da padroni coloro che sono bravi nel solleticare e assecondare le pulsioni istintuali di chi si vede messo in discussione dalla crisi complessiva (culturale, economica, sociale, demografica, ambientale ) che investe l’Europa .
I tempi richiedono un nuovo impegno dei cattolici su tutti i piani non per separarsi dagli altri , ma nella convinzione che oggi di fronte a quanto sta succedendo non basta più restare sulla soglia, fare attività sociale e caritativa, azione che deve continuare e rafforzarsi, ma sapere che c’e’ bisogno di esercitare quell’alta forma di carità che e’ la politica. C’e’ un urgente bisogno di un impegno politico che proponga un supplemento di presenza profetica e di elaborazione progettuale, nella convinzione che l’impegno per una buona politica e la costruzione di un mondo più giusto è già in sé opera salvifica e liberante.
Carissimo Savino,
è un po’ che non ti seguo.
Il nostro ultimo e crudo scambio sintetico privato non ne è la causa, ma la conseguenza di due mondi culturali opposti di vedere e di agire.
Ciò, tuttavia, non cambia, almeno per me, il “valore” di una persona, pur con tutti i possibili limiti che questa possa avere.
Vi è libertà di pensiero e di azione in democrazia.
Un caro conoscente mi ha segnalato due dei tuoi ultimi interventi , pregandomi di dargli un’occhiata. Cosa che ho fatto non solo per gli articoli, ma pure per i commenti.
Questa mia lettera aperta, non a caso, ho voluto postarla qua, perché quello che tu chiami “B” non è altro che Chiesa, specie se consacrato “in eterno”, pur se ora allo stato laicale e … che in passato alla stessa molto ha dato.
In giro vedo molti “zuccabanchi”; e tu sai che significato abbia dalle nostre parti: chi (farisaicamente) segue la Legge, la declama, la osserva sterilmente ma non la … applica. E di norma … se ne gloria pure come il … giusto; non quello vero che opera nel silenzio e tace, ma quello simile alla rana di Fedro che vuol diventare bue.
Sai quanti “santi” conclamati (da sé stessi) vedo in giro?
Eppure sono dell’idea di quel mio conoscente giornalista, che per esperienza personale conobbe fisicamente uno che è ora santo e va assai di moda. Un giorno mi disse: “Che sia santo per la chiesa può essere, ma che fosse un cafone per me è pure assodato.”.
Perciò, con l’aiuto di Clio, una rapida ricerca può evidenziare lo status sociale dei vari soggetti e vedere quanto di effettivamente cristiano questi abbiano o … quanto lavorino solo per … sé. Certi indici sono il redditometro della religiosità e della socialità vera o solo presunta.
Il reddito, come sai, non è solo un fattore economico; ma, spesso, l’indice della “disponibilità” cristiana dell’essere “samaritano”, o dell’essere solo “prete” o “levita”: nella famiglia, nel lavoro, nell’impresa, nella politica, … nella Chiesa e nella stessa società.
E a chi non è culturalmente profano la storia dice chiaramente cosa fosse nella realtà politica e sociale la Samaria (Shomron) e i samaritani stessi.
Ecco perché vi è il cammello e la cruna dell’ago, l’opulenza sbandierata di chi possiede e l’indigenza dei molti che si “vuole” addossare solo alla società.
Una domanda utile sarebbe: quanto siamo materialmente ricchi noi che ci professiamo cristiani?
Le encicliche servono? Dipende da cosa dicono e, queste, – è bene sottolinearlo – non sono verità assoluta; anzi, talora, possono essere dei miopi saggi di filosofia o di sociologia fine a sé stessi. Difatti un tuo commentatore ha sottolineato saggiamente la sostanziale essenza di due papi del secolo scorso rispetto ai successori.
Un breve “conto spese”, declamatomi in quel di Rosano, è il metro giusto per comprendere quanto la carità e la virtù ipotetica possano essere vere o indicative di una certa superficialità cristiana pure lassù in … alto.
Non tutti, ovviamente, sono nelle “maniche” della curia vaticana; e qua sta appunto la differenza tra l’essere Uomo nella propria interezza o … pecora che segue docilmente il montone.
Il brano domenicale del vangelo della scorsa domenica è abbastanza indicativo in proposito, proprio perché pone sostanzialmente il dilemma. Forse quello stesso dilemma operativo che spesso manifesti e che turba la tua coscienza di uomo sfiduciato, di politico ora e di sindacalista in passato.
Un dilemma proprio dei discepoli di Emmaus.
Un dilemma imperfetto di chi non ha in sé un progetto completo e compiuto, ma solo input sapienziali e escatologici a cui non sa dare attinente risposta: Noi pensavamo che …!
…
(Questo è solo la prima parte del commento, appositamente qui da me tagliato per non abusare dell’ospitalità.
Il lettore che desideri leggerlo tutto può collegarsi al link di testata e vederlo sul mio blog personale aperto a tutti.)
Sam Cardell
Caro Pezzotta,
condivido le riflessioni sulla socità italiana, la chiesa cattolica e la necessità di un impegno politico coerente, nonostante tutte le difficoltà e le debolezze dei singoli.
Ciò che più apprezzo nelle sue risposte è la ferma volontà, da portare avanti con santa pazienza, chiarezza degli obiettivi di fondo e senza mai sporcarsi la tuta “di calce”, di dare un contributo concreto, modesto quanto si vuole ma concreto, per costruire “un partito nuovo, non un nuovo partito”.
Avanti e coraggio. Sappia che sono molti quelli che lo stanno aspettando!
Balatti
Anche io condivido appieno quanto scritto. Spero che l’incontro di Sabato 10 Luglio contribuisca, nel suo piccolo, a seminare qualche cosa per il progretto di crescita e miglioramento di questa società cui nessuno oggi può tirarzi indietro.
@ Giuseppe Cerasaro
Ogni tempo ha il suo Papa. Benedetto XVI sta facendo bene e affronta con coraggio i temi del nostro tempo. Legga l’intervento che ha svolto ieri ne sarà edificato.
@ Paolo Giuseppe
Il nemico della Chiesa è il demonio, solo che tutti noi abbiamo dimenticato la sua esitenza e il fatto che agisce dentro e fuori la Chiesa. Comunque con tutte le sue debolezze e con le mie continuo a volere bene alla Chiesa e a quello che fa. Se non ci fosse la chiesa chi ci direbbe la Parola chi ci farebbe incontrare Gesù. Critichiamo con forza e con la stessa forza dobbiamo amare.
@ Domenico
Stiamo cercando di creare una casa comune, ma come lei mi insegna per farlo servono i muratori e forse, a volte, un pò di calce si deposita sui vestiti.
@ Pier Paolo
Sono un deputato dell’Unione di Centro e sto cercando con altri amici di costruire un partito nuovo. Certo che è uno sforzo, ma ogni miglioramento richiede una ascesi e un percorso.
Cuffaro non fa più parte dell’Unione di Centro e non credo che oggi in Italia esistano partiti fatti di “puri”. Siamo tutti deboli. E poi le persone vanno giudicate per quelle che sono.
@ Giuseppe Sbardella
Grazie.
Sapete cosa penso?
Se ci fossero stati Giovanni XXIII , o Paolo VI, questa faccenda avrebbe avuto tutto altro corso. Ci avrebbero sorpresi, tutti. La potente Curia Romana sarebbe stata meno potente. Anche il Card. Sepe, santa e degna persona, lo vediamo costretto in un ruolo innaturale, per un uomo di chiesa. Scendere nel dettaglio tecnico. Quando l’unica cosa che viene in mente a noi gente comune è: “Ma perché Bertolaso non si è rivolto a Porta Portese per la casa?”
Caro Savino, comincio a credere che il “nemico” della Chiesa più che esterno sia interno. La breve esperienza politica di questi anni, come uno dei cattolici che ha sentito la necessità di rispondere ad una chiamata di rinnovamento, mi ha tristemente fatto rendere conto che il Magistero non rappresenta più Cristo e la Sua Parola. Quando il Santo Padre parla di evangelizzazione sempre più mi rendo conto che si rivolge ai presbiteri e ai cosiddetti laici impegnati. La Chiesa da tempo ha rinunciato ad indicare la Via, attraverso l’individuazione/formazione di donne e uomini in grado di declinare il Vangelo nella nostra società. Purtroppo, al di là di generiche esortazioni, il Magistero è sempre filo-governativo: in Lombardia compattamente con Comunione e Liberazione nel Pdl; in Emilia-Romagna a sostegno dei cattolici che militano nel Pd. Il declino comincia da qui. Il male, l’edonismo, il nichilismo, ect. ci sono sempre stati nel mondo, ma c’erano gli uomini e le donne di buona volontà. Oggi non è più così. E’ facile vedere ed indicare il nemico esterno, è più difficile guardarsi dentro. Il mondo cattolico apra gli occhi per guardarsi dentro con umiltà e lealtà senza prestare attenzioni …agli affari.
Non si può non essere d’accordo con le riflessioni del Presidente Pezzotta, come non si può non essere d’accordo con P.P.Pedriali. Il punto infatti è quello della creazione di una casa comune per quella che più volte è stata definita area grigia, con regole chiare, diritto, democrazia. Così avevo letto l’idea della Rosa Bianca. Si faccia in fretta se crediamo alle riflessioni. Non credo che ci sia tanto tempo ancora.
Saluti
D. Occhipinti
Molte delle cose proposte alla comune riflessione dall’on. Pezzotta sono degne di attenta considerazione. Ma mi viene da osservare: è o non è l’on. Pezzotta un parlamentare dell’UdC?
Perché se lo è, dovrebbe tenere conto del fatto che questo partito è stato profondamente coinvolto nel processo di degrado politico-culturale che sembra stigmatizzare e a tutt’oggi si presenta in molte realtà come legato a doppio filo – talvolta persino a livello mafioso (v. caso Cuffaro) – a quel centrodestra di cui denuncia i disvalori.
Ciao Savino, condivido pienamente parola per parola.