Quando ci si affida a ricerche serie e non a postulati di matrice ideologica, la verità viene a galla e pone in modo serio il problema dell’integrazione e della costruzione di una società interculturale, che non si raggiunge con i respingimenti indiscriminati , con l’introduzione del reato di clandestinità o come ha detto Famiglia Cristiana con idee bislacche .
Uno studio della Banca d’Italia reso noto oggi, smentisce le posizioni ideologiche della Lega Nord, gli immigrati vengono in Italia per lavorare e non “rubano” il posto agli italiani. Secondo lo studio di BankItalia la crescita della presenza straniera in Italia negli ultimi anni «non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani», ma ha al contrario evidenziato una «complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne», favorendo maggiore spazi di occupazione in «funzioni gestionali e amministrative», mentre le donne avrebbero beneficiato della presenza straniera, nel settore dei servizi sociali e alle famiglie, come per esempio colf e baby sitter, attenuando «i vincoli legati alla presenza di figli e l’assistenza dei familiari più anziani e permettendo di aumentare l’offerta di lavoro» femminile.
L’afflusso di immigrati dall’estero nell’ultimo decennio oltre che sostenere la crescita dell’occupazione nel nostro Paese ha « contribuito a contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione». Gli stranieri, secondo lo studio di Bankitalia, «hanno un tasso di occupazione superiore a quello degli italiani e redditi da lavoro significativamente inferiori». E a questo fenomeno contribuiscono «un più basso livello di scolarità degli immigrati, una maggiore concentrazione in imprese meno produttive, il prevalente utilizzo in mansioni a ridotto contenuto professionale». Gli stranieri residenti nel Mezzogiorno, inoltre, hanno un’istruzione, tassi di occupazione e redditi da lavoro inferiori rispetto a quelli del Centro-Nord.
Le nuove generazioni di stranieri, segnala lo studio, «che rappresenteranno una componente rilevante della futura forza lavoro nel Paese, registrano significativi tassi di abbandono scolastico e un livello di competenze inferiore a quello, già modesto nel contesto internazionale, degli italiani».
In particolare, «le difficoltà scolastiche degli stranieri sono più accentuate nel Mezzogiorno». Tuttavia, «il processo di integrazione economico e sociale degli immigrati migliora con il perdurare della loro permanenza in Italia».
18 agosto 2009
Caro Savino, pur in vacanza, “mi nutro” dei tuoi puntuali interventi. Grazie a gente come Te si argina la deriva che sembra inarrestabile e che, ogni giorno, viene alimentata da servili coriferi che ci propinano una realtà edulcorata. Sono al mare e non lontano dall’ultima tragedia di Lampedua. Rifletto e penso che ci sia sempre piu’ bisogno di amore, altruismo, buona fede, sensibilita e SANO SENSO DELLA REALTA’. Continua a battere sul sentiero della CARITA’ perchè un popolo di egoisti starà male quando avrà bisogno degli altri.
Con stima, Salvatore.